Ieri pomeriggio abbiamo tenuto un banchetto controinformativo in Via Indipendenza per dire quanto il FertilityDay ci faccia schifo, e nel volantino abbiamo spiegato il perché. Ma a farci accapponare la pelle e montare la rabbia è soprattutto il Piano Nazionale Fertilità, del quale abbiamo appeso qualche citazione affinché le persone potessero vedere coi loro stessi occhi, al di là delle immagini aberranti della campagna, le cose incommentabili e da ideologia fascista che ci sono scritte.
I nostri uteri non sono beni comuni, le nostre scelte di vita non sono orientate al bene della patria. Noi vogliamo tutto, politiche di sostegno concreto alla maternità, welfare, cultura libera da retaggi patriarcali, educazione sessuale non eteronormata. Vogliamo essere libere di scegliere quello che ci pare, senza colpevolizzazioni o ricatti.
OVULIAMO AUTODETERMINAZIONE, ieri oggi e domani.
FERTILITY DAY: SONO SOLO OVULI MIEI
L’indignazione per una campagna comunicativa offensiva e di cattivo gusto come quella del Fertility Day ha colpito, con motivazioni differenti, persone diverse per età, classe sociale e vissuto personale. Anche Renzi ne ha preso le distanze nonostante sia un’iniziativa di un suo ministero; sarà forse perché da quella campagna traspare il vero volto dello stato italiano e il suo rapporto con la popolazione, in particolare le donne? Infatti, mentre il governo oscura il sito della campagna per le troppe critiche, il Piano Nazionale per la Fertilità (PNF, come quello del Ventennio), che spiega da cosa nasca e cosa sia la campagna Fertility Day, resta vivo e vegeto. Leggendo le 137 pagine del documento sembra di scoperchiare il vaso di Pandora, quello che nella mitologia contiene tutti i mali, dello stato italiano: visioni ispirate al ventennio fascista sui ruoli di genere, determinismo biologico, suggestioni razziste: fare figli (per la patria invasa dai migranti?) è affare nostro perché siamo nate donne, è la nostra vocazione naturale e se non la mettiamo in pratica non ci sentiremo mai complete. Quelle 137 pagine sono le parole di uno stato che vuole controllare ogni aspetto della nostra vita e che ci considera solamente un numero che produce profitto.
Il PNF NON MI PIACE PERCHÉ:
– parte dal presupposto (e lo conferma!) che alle donne che non hanno figli mancherà sempre qualcosa. Anche se hanno preso consapevolmente questa decisione per loro stesse, come se non fossero veramente in grado di sapere cosa sia meglio per loro.
– parla di sessualità come atto utile solo alla procreazione. La sessualità, quando c’è il consenso di tutte le persone coinvolte, è piacere, è un’esperienza di divertimento, di spensieratezza, di passione. Il nostro pensiero è evoluto, non siamo solo istinti governate dagli ormoni.
– incentiva retoricamente la maternità, come scelta obbligata per ogni donna, nonostante la disoccupazione femminile e le pressochè nulle politiche di sostegno alla maternità.
– si basa sul presupposto che della famiglia se ne debba occupare solo la donna. È emanato dallo stesso ministero che non incentiva né spesso permette scelte consapevoli delle donne: chiude i consultori, permette livelli abominevoli di medici che si rifiutano di praticare aborti e ostacola in ogni modo la diffusione di una sensata educazione sessuale e affettiva nelle scuole che non sia basata sul modello cattolico eterosessuale.
– è razzista. Allarma sull’invecchiamento della popolazione, ma rimuove la presenza di tantissime/i bambine/i che non hanno nazionalità italiana anche se vivono nella Penisola. Come dimenticare la campagna fotografica con il nastrino tricolore sulle scarpine ad uncinetto o l’infelice contrapposizione della compagnia di bravi e fertili ragazzi bianchi contro cattivi ragazzi neri che causano infertilità?
Se diventare madri lo decidiamo noi, senza colpevolizzazioni né prese in giro. Per diventare madri non abbiamo bisogno solo di fertilità, ma di sostegno concreto per una scelta consapevole: sostegno economico, condizioni lavorative sicure e favorevoli, welfare e sostegno alle reti affettive alternative alla famiglia tradizionale.
Il PNF oltraggia, lede e impedisce la libertà di essere e autodeterminarsi delle donne. La consapevolezza è un’arma.