BOICOTTA OMSA: NON È FINITA!!!

 

Come collettivo femminista Mujeres Libres oggi, 28 gennaio, siamo state davanti al punto vendita Golden Lady di via Indipedenza per solidarizzare con le lavoratrici del gruppo OMSA di Faenza.

Non elencheremo tutt@ i/le singol@, le associazioni, i comitati e i collettivi femministi e non che hanno dato vita con noi ad un presidio che è stato effettivamente un’azione di solidarietà concreta. Ma ringraziamo loro, ed in particolare ringraziamo tutte le persone che si sono fermate con noi a parlare, che hanno capito, hanno aderito e hanno deciso di non entrare nel negozio Golden Point.

Nonostante la crisi, i saldi al 50% e “la rinuncia alle calze di una vita”, siamo rimaste sorprese di come le persone abbiano sostenuto e appoggiato questa lotta.

Nel caso in cui non vi avessimo già dato uno dei 1500 volatini che sono stati distribuiti quest’oggi, qui di seguito potete leggerne il contenuto:

Lo scorso 27 dicembre le operaie e gli operai dell’OMSA hanno ricevuto un fax in cui veniva detto loro che il 12 marzo 2012, allo scadere della cassa integrazione sarebbero state tutte licenziate. 239 donne perderanno il lavoro a causa dello spostamento della produzione in Serbia.

Nel febbraio 2009 arriva la prima comunicazione che i/le 350 dipendenti sarebbero stati/e messi/e in cassa integrazione ordinaria, in quanto, a causa della crisi, i costi di produzione sarebbero dovuti diminuire.

Nel gennaio 2010 emerge la vera volontà del gruppo dirigente della Golden Lady: chiudere lo stabilimento di Faenza e aprirne un altro in Serbia, con la previsione di reintegro delle/i dipendenti e riconversione degli impianti.

Nonostante la forte mobilitazione delle operaie e degli operai, dei sindacati e dei media per mantenere la produzione in Italia, Nerino Grassi, patron della Golden Lady, ha deciso di chiudere comunque l’attività a Faenza e delocalizzare la totalità della produzione in Serbia.

Le motivazioni date per giustificare questa decisione chiamano in causa lo spettro della crisi, una crisi che viene molto spesso utilizzata come pretesto e come maschera di altre intenzioni: salvaguardare il profitto rispetto alla vita di donne e uomini.

Sicuramente il caso OMSA non è l’unico in Italia, ma risulta emblematico perchè ad essere direttamente coinvolte sono per la maggior parte donne. É possibile che nel 2012 noi donne dobbiamo ancora essere considerate più come consumatrici passive e corpi mercificati, oggetto di messaggi pubblicitari svilenti, piuttosto che come lavoratrici in grado di autodeterminarsi?

L’autodeterminazione per le donne è, in questo caso, avere un salario che le renda indipendenti e libere di scegliere. Se una donna viene privata del reddito, sarà costretta a dipendere o dalla famiglia di origine o da quella che ha costruito.

Per questo la nostra lotta è la stessa che portano avanti da più di due anni le operaie della OMSA, e per questo aderiamo alla campagna di boicottaggio di tutti i marchi del gruppo Golden Lady. Vi invitiamo a non comprare i prodotti della OMSA, SISI, FILODORO, PHILIPPE MATIGNON, HUE DONNA, HUE UOMO, SALTALLEGRO, SALTALLEGRO BEBE’, SERENELLA e tutti i prodotti presenti all’interno dei punti vendita GOLDEN LADY.

Piuttosto che vestire sfruttamento, 

le calze ce le disegneremo sul corpo!

 

Mujeres Libres Bologna.