SCHIFOSA PUBBLICITÀ SESSISTA

Da dove viene?

Nel 2010 la sezione femminista del collettivo studentesco canadese ASSE-solidaritè lancia la campagna “Sale Pub Sexiste” con la volontà di denunciare uno strumento attraverso cui il sessismo viene diffuso: la pubblicità. Infatti ogni giorno siamo martellat* da immagini che propongono stereotipi sessisti, come ad esempio corpi di donne sezionati irreali e ricreati virtualmente, patologicamente magri , perennemente abbronzati e senza alcuna imperfezione. La pubblicità partecipa, inoltre, alla costruzione di un immaginario che stabilisce quali devono essere le caratteristiche del nostro genere. Infatti sin da bambine veniamo educate ad interpretare dei ruoli che vengono considerati adatti all’essere donna. Siamo obbligate a scegliere tra il mestiere della casalinga – o qualunque lavoro che richieda capacità di relazione e comprensione – e quello della donna in carriera, ma in entrambi i casi non possiamo permetterci di rinunciare alla nostra destinazione biologica di incubatrici. Questo perché, di fatto, possono esistere solo due modelli di donna: la santa che riesce in tutto alla perfezione e rientra in questi schemi, e la puttana che ha scelto di trasgredire la norma.

Riadattando lo slogan canadese, come collettivo femminista Mujeres Libres abbiamo deciso di adottare la campagna “Schifosa Pubblicità Sessista”, promuovendone la libera divulgazione.

Perché?

La strumentalizzazione del corpo della donna passa in gran parte attraverso i media che offrono modelli di corpi pericolosi in quanto irraggiungibili e astratti: in poche parole ritoccati al computer. Vedersi in un corpo che non segue lo standard dettato dai mass media e dal marketing pubblicitario porta la donna a sentirsi frustrata ed inadatta, in continua ricerca – attraverso diete, palestra, creme, interventi di chirurgia estetica e prodotti di bellezza – di una “perfezione” che in realt‡ la porta all’autodistruzione. Ma questa perfezione non Ë altro che un modello imposto da capitalismo e patriarcato, che oltre a strumentalizzare i corpi sessualizzandoli all’estremo con l’obiettivo di vendere prodotti, crea quei “bisogni necessari” che ci spingono al sovra-consumo, ottenendo per assurdo il risultato di anestetizzare le coscienze e assorbire le nostre energie, dirottandole verso il culto dell’apparenza. In pratica attraverso le norme di bellezza le donne sono divenute degli utili di vendita e di produzione: delle donne oggetto.

Partendo da noi.

Durante la nostra autocoscienza sul corpo ci siamo trovate a riflettere su dove finisce il nostro gusto e dove inizia quello dettato dalla società. Ci siamo rese conto che, nonostante la consapevolezza derivata da un percorso politico femminista e antisessista, non siamo immuni all’immaginario di donna imposta dai mass media. Questo fenomeno invasivo delle coscienze non deve essere banalizzato e sottovalutato: la sovversione della “perfezione corporea” è la strada che adottiamo.

Ma allora qual’è il corpo “perfetto”? Il corpo perfetto è il tuo!

Per questo proponiamo a tutt* di ricoprire i cartelloni pubblicitari delle nostre città con l’adesivo che li definisce per quello che sono:

SCHIFOSA PUBBLICITA’ SESSISTA.

Nessun diritto è riservato: la campagna è riproducibile a cura di altri collettivi o da chiunque lo desideri.