S-calza lo sfruttamento: presidio in solidarietà delle lavoratrici Omsa.

Come collettivo femminista Mujeres Libres domenica, 19 febbraio, saremo di nuovo fuori dal punto vendita Golden Lady di via Indipedenza per solidarizzare con le lavoratrici del gruppo OMSA di Faenza.

Lo scorso 27 dicembre le operaie e gli operai dell’OMSA hanno ricevuto un fax in cui veniva detto loro che il 12 marzo 2012, allo scadere della cassa integrazione sarebbero state tutte licenziate. 239 donne perderanno il lavoro a causa dello spostamento della produzione in Serbia.

Nel febbraio 2009 arriva la prima comunicazione che i/le 350 dipendenti sarebbero stati/e messi/e in cassa integrazione ordinaria, in quanto, a causa della crisi, i costi di produzione sarebbero dovuti diminuire.

Nel gennaio 2010 emerge la vera volontà del gruppo dirigente della Golden Lady: nonostante lo stabilimento di Faenza avesse un bilancio in attivo sarebbe stato chiuso per aprirne un altro in Serbia, dove la manodopera è più economica, per seguire l’unico scopo: quello del profitto.

Nonostante la forte mobilitazione delle operaie e degli operai, dei sindacati e dei media per mantenere la produzione in Italia, Nerino Grassi, patron della Golden Lady, ha deciso di chiudere comunque l’attività a Faenza e delocalizzare la totalità della produzione in Serbia.

Le motivazioni date per giustificare questa decisione chiamano in causa lo spettro della crisi, una crisi che viene molto spesso utilizzata come pretesto e come maschera di altre intenzioni: salvaguardare il profitto rispetto alla vita di donne e uomini.

A tutt’oggi le operaie dell’OMSA stanno ancora aspettando un incontro con il ministero del lavoro per una ricontrattazione della cassa integrazione.

Sicuramente il caso OMSA non è l’unico in Italia, ma risulta emblematico perchè ad essere direttamente coinvolte sono per la maggior parte donne. É possibile che nel 2012 noi donne dobbiamo ancora essere considerate più come consumatrici passive e corpi mercificati, oggetto di messaggi pubblicitari svilenti, piuttosto che come lavoratrici in grado di autodeterminarsi?

L’autodeterminazione per le donne è, in questo caso, avere un salario che le renda indipendenti e libere di scegliere. Se una donna viene privata del reddito, sarà costretta a dipendere o dalla famiglia di origine o da quella che ha costruito.
Per questo la nostra lotta è la stessa che portano avanti da più di due anni le operaie della OMSA, e per questo aderiamo alla campagna di boicottaggio di tutti i marchi del gruppo Golden Lady.

Vi invitiamo a non comprare i prodotti della OMSA, SISI, FILODORO, PHILIPPE MATIGNON, HUE DONNA, HUE UOMO, SALTALLEGRO, SALTALLEGRO BEBE’, SERENELLA e tutti i prodotti presenti all’interno dei punti vendita GOLDEN LADY.

Ci vediamo domenica 19 febbraio alle ore 16.00

in via Indipendenza 8

Piuttosto che vestire sfruttamento,

le calze ce le disegneremo sul corpo!

Mujeres Libres Bologna.