Venerdì 9 marzo, circa 100 manifestanti dei movimenti per il diritto all’abitare hanno dato vita ad un presidio davanti al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) in via della Mercede a Roma, dove era prevista la discussione per lo stanziamento di 20 milioni di euro per le “compensazioni” per la Tav, richieste dal presidente della regione Piemonte Cota.
I/le manifestanti hanno occupato la sede del Comitato chiedendo che i fondi per la Tav venissero stanziati per il welfare, il diritto alla casa, al reddito e al lavoro. Dopo pochi minuti sono però stati obbligati dall’intervento della polizia ad uscire dall’edificio e qui hanno dato vita ad un presidio pacifico; i/le manifestanti sono però stat* violentemente aggredit*, accerchiat* e identificat* dalle forze dell’ordine che hanno proceduto all’arresto di 5 attivisti.
Tra questi Paolo Di Vetta, dirigente dell’Unione Sindacale di Base, che successivamente è stato prelevato dalla polizia dal Pronto Soccorso dove aveva ricevuto una prognosi di 3 giorni. A seguito del processo per direttissima svoltosi sabato e durato più di 10 ore, il giudice ha deciso gli arresti domiciliari per Paolo, mentre gli altri 4 manifestanti sono tornati in libertà, in attesa del processo previsto per il 14 aprile.
Come Collettivo Mujeres Libres esprimiamo la nostra vicinanza, complicità a solidarietà a Paolo e agli arrestati, colpiti dal disegno repressivo del governo Monti, ben deciso a portare avanti la Tav e gli interessi mafiosi che dietro ad essa si celano.
Ora e sempre NOTAV!
Mujeres Libres Bologna