”Fermiamo questo gioco perverso, tuteliamo i nostri figli”: è questo il titolo dell’evento organizzato sabato 7 luglio 2018presso una sala consiliare di Via Battindarno, mentre noi ci trovavamo al Pride. A promuoverlo, lontani da tutti e sicuri che in una giornata come questa sarebbero stati al riparo da contestazioni dirette, è stato Evita Peron , il dipartimento femminile di Forza Nuova, uno dei più feroci partiti fascisti italiani, che può così, in una sala concessa dal quartiere Reno-Borgo Panigale, portare avanti,indisturbatamente, la solita campagna d’odio. Quest’associazione rivendica il ruolo della donna e della famiglia al servizio della patria e della tradizione fascista, e sono gli stessi che venerdì scorso hanno recapitato al sindaco Merola ”indumenti da donna volutamente provocanti”, citiamo, affinchè li indossasse per partecipare al Pride. Durante l’ evento si è dibattuto sull’ art 609 quater c.p. a cui l’associazione si appella per paragonare l’educazione sessuale e alla paritá di genere nelle scuole alla violenza sessuale inflitta ai minori, portando avanti un discorso perfettamente in linea con le politiche razziste, familiste, antiabortiste e antigender dell’attuale governo. E non è un caso infatti che il neoministro dell’istruzione Bussetti, in contonuità con chi l’aveva preceduto negli ultimi due mandati, nelle scorse settimane abbia incontrato ufficilamente Gandolfini, il principale organizzatore del Family Day e dei Bus No gender che hanno infestato le strade di tutta Italia nei mesi scorsi, andato a chiedere di fermare la fantomatica ”colonizzazione ideologica del gender nelle scuole”. Dalle sale consiliari dei quartieri delle città ai palazzi di governo i cattofascisti si organizzano e stringono alleanze che saranno, tutto lascia presagire, produttive.
Facendo appello ad una pretesa naturalità della coppia uomo-donna, organizzazioni come queste vogliono escludere e marginalizzare la complessità delle identità che sono scese in piazza oggi orgogliosamente e che tutti i giorni vogliamo incontrare per le strade, resistenti, libere e autodeterminate.
Perciò, come Mujeres Libres, vogliamo sottolineare l’importanza di prendere posizione contro attacchi pubblici come questi, che attentano, con discorsi di odio, il diritto di tutte e tutti all’autodeterminazione. L’educazione sessuale, all’affettività e alla parità di genere nelle scuole è sotto attacco perchè è fondamentale per combattere e sdradicare gli stereotipi di genere che giustificano intolleranza e violenza, perché è uno strumento fondamentale per l’ottenimento di una maggiore consapevolezza di sè, delle altre, per la pratica del rispetto reciproco, per l’autodeterminazione sui corpi.
Noi siamo libere di vivere e di esprimerci, e condanniamo l’appello all’intolleranza di queste associazioni pro-odio, altro che pro-life! Gli attacchi degli ultimi giorni possono sembrare simbolici, ma sono ciò che domani guiderá e giustificherá le aggressioni subite nelle strade. La violenza simbolica è la stessa violenza fisica che tutti i giorni minaccia i nostri corpi nelle strade (e non solo). La nostra presenza in piazza è stata una rivendicazione contro ogni tipo di violenza subita, lo abbiamo fatto non solo perché non ci arrendiamo all’eteronormaitività imposta e alla violenza che comporta, ma perché essere ”pride” significa anche ribadire la necessità di combattere il fascismo sempre e comunque con ogni forma e mezzo. Torniamo alle basi dell’attivismo e del vivere comune: organizzaimo collettivi, denunciamo gli atteggiamenti fascisti e razzisti con le persone con cui lavoriamo e viviamo, creiamo reti di mutuo appoggio, occupiamo spazi, creiamo servizi autogestiti, scambiamoci informazioni e facciamo controinformazione, prendiamo il tempo per riflettere, per smascherare ogni infiltrazione razzista e sessista anche la più banale, cerchiamo alleate nel nostro quotidiano, combattiamo coraggiosamente senza vergogna contro ogni prevaricazione.
Ieri, oggi e sempre, la nostra esistenza è una RE-ESISTENZA!!!