Cattofascisti a Bologna: la pioggia di merda non conosce siccità. Tutta la nostra solidarietà alla libreria delle donne, presa di mira ieri dai camerati di Forza Nuova.

Autodefinitisi patrioti valorosi, ritengono utile spendersi con un’azione contro una libreria che fra le tantissime iniziative decide di occuparsi di un aspetto fondamentale dell’infanzia: la costruzione del genere. L’obiettivo, però, da quello che viene farneticato, sono anche i libri e tutte le persone che da questi sanno trarre insegnamento, adulte o meno adulte.
Due ave maria, un segno della croce, un bacio al calendario del duce e via: camicia bianca e passamontagna per andare ad attaccare cartelli alla saracinesca della libreria. Dopo questo attacco vincente che chissà se cambierà le sorti dell’umanità e debellerà la parola gender dalla tv, il camerata torna a casa, con la canottiera tricolore sudata.
A rivendicarsi questa azione è stata però anche l’associazione Evita Peron, dipartimento femminile del partito neofascista, che da tempo monitoriamo nella loro azione antifemminista: fasciste che I rivendicano con forza l’associazione biunivoca donna/madre e donna/moglie, che rivendicano con forza la subalternità rispetto all’uomo vero militante, che fanno un gran vociare contro il gender, a partire da una sempre sbandierata innocenza dei bambini (subito dimenticata quando si sceglie come saggio finale della colonia estiva il canto corale di “Nostri canti assassini” di Massimo Morsello dei NAR, per fare solo un piccolo esempio).
Nella loro rigidità di ragionamento hanno però capito bene che i libri sono, per fortuna, pericolosi e che le buone letture saranno complici dello smascheramento e poi eliminazione delle loro idee d’odio.
Nel frattempo, sempre a Bologna, viene organizzato il congresso “Sì alle leggi per la famiglia. No alla legge sulla omotransnegatività”, che si svolgerà il prossimo 11 aprile nella sala Guido Fanti all’interno della sede della regione Emilia Romagna. Secondo Virginio Merola l’organizzazione di questo evento, apertamente contrario alla proposta di legge regionale contro l’omotransfobia, è dimostrazione del fatto che Bologna è una città “disposta ad accogliere tutti”. E quindi persino Jacopo Coghe, vicepresidente del congresso di Verona, o i rappresentanti di Generazione Famiglia, Citizen Go e le altre personalità presenti al World Family Congress, da cui lo stesso sindaco si era dissociato, esponendo in quei giorni la bandiera arcobaleno fuori dal Comune. Ma una bandiera non è sufficiente, non lo è soprattutto se con questa facilità viene considerato ”neutro” lasciare ulteriore spazio ad organizzazioni e personalità che promuovono intolleranza, che negano diritti fondamentali alle donne e alle soggettività Lgbtq+. E’ inaccettabile che un convegno simile venga svolto all’interno di un luogo pubblico, con la scusa dell’ascolto democratico di tutte le opinioni, che di democratico non hanno proprio nulla, e che invece propongono un’idea di società patriarcale e oscurantista. In questo momento storico che vede il risorgere di movimenti reazionari in tutta Europa, che mette sempre più a rischio il cammino verso nuovi diritti volendo recidere quelli duramente conquistati, è il momento di prendere una posizione chiara. La regione Emilia Romagna deve ritirare la possibilità di utilizzare la sala per un incontro, che, ancora una volta, vuole riproporre un’idea di società ancorata alla famiglia etero-patriarcale.

Non c’è dialogo alcuno con chi cerca di ingabbiarci in una società che opprime e discrimina.

Noi siamo dalla parte dei libri, delle amiche e compagne della libreria delle donne, dei bimb* e dei genitori curios*, di tutt* coloro che ogni giorno costruiscono un mondo senza oppressioni.
Con ancora Verona nel cuore: l’unico femminismo che lotta è quello antifascista!

Mujeres Libres Bologna

Qui puoi scaricare il nostro opuscolo per capire chi è l’associazione Evita Peron.