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La cronaca ci ricorda che siamo purtroppo costrette ad essere vigili anche laddove la conquista del diritto all’aborto sicuro sembra più vicina: questo mese il Texas, per esempio, ha emanato una legge che rende illegale l’aborto oltre la sesta settimana, un periodo in cui spesso le persone gestanti nemmeno si accorgono di essere incinta.
La già limitata ed osteggiata libertà di abortire è sempre più sotto attacco. Ma questo non è un caso isolato, si moltiplicano le ingerenze della chiesa e dello stato sulle nostre vite e sui nostri corpi, tanto che in Italia il numero degli obiettori di coscienza non accenna a diminuire. Emblematico è il caso del Molise, in cui l’unico medico non obiettore è prossimo alla pensione, ma molte altre sono le regioni e le strutture che non consentono di interrompere una gravidanza. L’obiezione di coscienza aumenta e le ASL stringono l’occhio ad associazioni sedicenti pro vita e facilitano il loro ingresso negli ospedali.
Sapevate che più del 70% dei ginecologi sono obiettori di coscienza nella “civilissima” Bologna, ASL Sant’Orsola?
L’obiezione di coscienza è un ostacolo reale alla libertà delle donne e persone gestanti di compiere un’interruzione volontaria di gravidanza.
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