Comunicato 28 settembre 2024

Giornata internazionale per l’aborto sicuro 2024

In questo momento qui in Italia e nel Mondo c’è qualcunə che sta abortendo.
L’aborto è un evento delle nostre vite, accade.
Il nostro corpo non si può gestire, imprigionare, comandare: la nostre vite irrompono nel quotidiano, nella storia, nella collettività e chiesa, morale e governi reazionari possono solo farci perdere tempo ed energie, ma non fermarci: è bene ricordarlo non solo a loro ma anche a noi stessə.
Non cedere al pessimismo di fronte a un governo fascista e reazionario come quello Meloni è difficile. Ma rifacendoci alle pratiche delle donne e delle soggettività dissidenti di fare del proprio corpo ciò che vogliamo, con leggi a favore o meno, possiamo continuare a lottare per il cambiamento.
Questo 28 settembre vogliamo celebrare l’aborto come pratica che sopravvive ai secoli, ai governi, e che c’è sempre stata e sempre ci sarà.
Reinventiamoci come abbiamo reinventato l’aborto in passato, reinventiamoci come quando dopo aver abortito sentiamo la potenza dell’autodeterminazione.
Dal 2016 il transfemminismo è di nuovo non solo militante ma anche questione diffusa. Eppure gli attacchi della destra, soprattutto all’accesso all’ivg si susseguono senza sosta. È sui nostri corpi che si sferra l’attacco, che sia un corpo gestante, di donna, trans, non binario, che ha bisogno di cura senza giudizio: i bersagli sono diversi, l’arma è il patriarcato ed è uguale.
L’ABORTO CHE VORREI
Gli ostacoli per accedere all’aborto sono troppi.
In questi anni di accompangamenti all’aborto in Emilia Romagna però abbiamo capito che rivendicare l’aborto nel sistema sanitario così come lo conosciamonon è sufficiente. Vogliamo abortire non solo tempestivamente, ma con comodità, con le informazioni adeguate, con gli antidolorifici, con tutto ciò che ci serve  con tutta la santa pace di cui abbiamo bisogno.
Esigiamo un servizio sanitario che sia all’altezza dei nostri bisogni e desideri. E in questo caso lo esigiamo in fretta e senza scuse. 
Rivendichiamo non solo la nostra conoscenza sull’IVG e la denuncia dell’intromissione medica ma anche una riforma del sistema sanitario perché vogliamo un aborto dignitoso per tuttə. L’aborto migliore possibile deve essere una possibilità non elitaria. Anche per questo motivo denunciamo la scelleratezza dell’autonomia differenziata che su scuola e sanità avrà delle ricadute soprattutto per i soggetti considerati di serie b nelle cure e nei servizi: donne e soggettività marginalizzate.
IL MITO DELLA CARRIERA
Non fare figli non è solo una scelta delle giovani donne bianche in carriera.
Evitiamo di contraporre maternità e aborto, famiglie e IVG. O peggio ancora associare etnie a famiglie numerose. L’aborto rigurda tuttə: le madri, le giovanissime, chi pensava di non poter più riamenere incinta, chi fa mille lavoretti, come chi ha vita monotona. Ma l’accesso all’IVG e come ce lo fanno vivere racconta che non tutte siamo uguali, perché i pregiudizi di genere e razziali, così come quelli abilisti e grassofobici sono ancora troppo persitenti. Subiamo discriminazioni fatte di domande scomode, battute e poca cura per le donne non cis, gli uomini trans, le persone disabili, le persone razzializzate.
Vogliamo dire basta a ogni pregiudizio e discriminazione: vogliamo abortire in santa pace.
CONTRACCEZIONE
Abortire non è una colpa, né una concessione, ma una volontà.
Spesso ci siamo ritrovatə con medici e personale sanitario che seppur non obiettori ci hanno fatto sentire come quellə che potevano evitarlo, quellə che avrebbero dovuto comportarsi meglio. E poi quando finalmente arriviamo al momento decisivo ci viene presentato come una concessione, una grazia che riceviamo con una tonnellata di paternalismo di cui non abbiamo bisogno. 
Spesso, dopo un aborto, ci sentiamo obbligare a uasare un metodo contraccettivo in maniera “puntiva”. Non vogliamo ramanzine ma possibilità di autodeterminazone con al fianco professionistə alleatə.
la contraccezzione non riguarda solo le donne e le soggettività dissidenti. Ossessionate gli uomini come fate con noi, così sì che potremmo riparlare di uguaglianza.
VOGLIAMO TUTTO
La lotta contro gli antiabortisti deve essere costante, preparata e attenta. Anche se l’obiezione sparisse, stigma e cultura della colpa cotinuerebbero a esistere, e con loro gli interessi economici e politici. Vogliamo abortire in un mondo più giusto per tuttə. Vogliamo riprodurre affetti e relazioni in un mondo giusto in tutti i sensi. E per ribaltare questo stato di cose scovare i no gender che infettano ogni strato della società civile è necessario. Alleiamoci con le insegnati nelle scuole, con il personale dei consultori, con le operatrici dell’accoglienza: attiviamo lenti e braccia transfemministe ovunque.
SENZA FRONTIERE
La lotta per l’aborto lega le compagne in ogni parte del mondo: è una lotta universale che mina  le alleanze delle destre in tutte le parti del mondo. La potenza transfemminista può e deve far tremare regimi e fondamentalismi di tutto il mondo. E se pensiamo all’aborto come possibilità insindacabile in ogni luogo ci sembra doveroso ricordare chi abortisce spostandosi da un luogo all’altro: vogliamo un’assistenza specifica per chiunque voglia abortire dopo aver attraversato qualunque confine.
Pratichiamo il transfemminismo
Di fronte al fascismo bisogna agire.
Supporta i gruppi di accompagnamento all’IVG.
Supporta le realtà trasnfemministe delle periferie
Lottiamo per la giustizia riproduttiva, contro il neoliberalismo individualista.