28 nov:”Nessuno spazio al Movimento per la vita!”@Torino

Pubblichiamo qui un breve resoconto (preso dal blog delle Sguardi Sui Generis – http://sguardisuigeneris.blogspot.com/)  dell’assemblea “Nessuno spazio al Movimento per la vita!” chiamata dal Laboratorio  Suardi Sui Generis di Torino il 28 novembre a Palazzo nuovo, e a cui hanno partecipato le Ribellule di Roma e noi.

In fondo trovate anche i link dei video girati durante l’assemblea.

Grazie alle Sguardi Sui Generis!

In ogni città, in ogni consultorio, nessuno spazio al Movimento per la vita!

Mujeres Libres – Bologna

Il 28 Novembre a Palazzo Nuovo si è svolta un’assemblea informativa a proposito dell’intervento dei movimenti per la vita all’interno dei consultori pubblici, che ha visto il contributo del nostro Laboratorio (Sguardi Sui Generis), quello de Le Ribellule di Roma e quello delle Mujeres Libres di Bologna.
Proprio il fatto che fossero presenti tre collettivi che si occupano di questa tematica, ciascuno nei propri territori, è un elemento sul quale riflettere. Il primo dato emerso è infatti la trasversalità degli attacchi all’autodeterminazione delle donne ed alla legge 194: sia in Emilia Romagna che in Lazio che in Piemonte le varie giunte regionali stanno elaborando protocolli pressoché identici fra loro e che vanno tutti esattamente in questa direzione; anche in Lombardia si stanno promuovendo delibere simili.
Numerosi interventi fatti da donne presenti all’assemblea hanno chiarito infatti come anche nella regione lombarda la situazione dei consultori pubblici e l’aumento esponenziale dei medici obiettori sia un primo grande ostacolo che si pone di fronte alla donna nel momento in cui volesse scegliere di interrompere una gravidanza.
Il tema del turn over dei medici e dell’obiezione di coscienza è stato quindi un altro elemento di discussione: oltre ad avere ricadute sulla possibilità stessa di interrompere la gravidanza, è un elemento allarmante pensando soprattutto in prospettiva futura.
Il fatto che siano principalmente medici giovani ad essere obiettori porta a riflettere sulle condizioni in cui, chi decide di occuparsi di interruzione di gravidanza, si trova a lavorare. Sotto le crescenti pressioni prodotte dal rafforzamento dell’ideologia antiabortista, questi medici si ritrovano infatti schiacciati da un sovraccarico di lavoro che li porta a svolgere quasi esclusivamente l’aborto, senza poter esprimere la propria professionalità a 360° e subendo continuamente le tensioni di un lavoro stigmatizzato.
Simili condizioni rispecchiano sempre meno la possibilità di scelte reali su come dedicarsi alla professione ginecologica quanto piuttosto lo smantellamento di un generale concetto di autodeterminazione dei soggetti.
Tutto questo a partire dall’attacco diretto alla libertà di scelta delle donne.

Vi proponiamo alcuni video tratti dall’assemblea:
La legge Tarzia (Lazio)
La legge Bignami (Emilia Romagna)
I casi di Forlì, Modena e Correggio
Intervento dal pubblico su turnover dei medici e obiezione di coscienza

Laboratorio Sguardi Sui Generis