Racconto del 03-04-2020

Ciao a tutte, ho sentito l’esigenza di prendere parola in merito alla questione ivg, dopo aver letto vari articoli e dopo essere stata io, in prima persona, protagonista di questo momento. Sono una ragazza che vista da fuori può sembrare forte e sicura di sé, ma come tante di voi in questo momento mi sono sentita sola, fuori dal mondo, con tantissime domande e poche certezze. Specialmente in questo periodo storico che stiamo vivendo, l’emergenza del corona virus, non mi sono preoccupata tanto delle modalità con cui poter accedere in ospedale o in consultorio, ma mi sono sentita un peso per quei medici e tutto il personale sanitario che al momento sono più che mai oberati di lavoro. Dopo tanti pensieri, domande e preoccupazioni ed ora che questa situazione si può dire ormai “passata”, ho capito che viverla ora o due mesi fa quando l’emergenza non era ancora in atto, era la medesima situazione. Voglio raccontare la mia esperienza, per tutte quelle ragazze che come me si sono sentite perse, la mia è una voce personale e soggettiva ma che spero possa essere d’aiuto a tutte voi. Per come ho vissuto questa situazione, posso dire che l’emergenza del Covid19 non ha intralciato in alcun modo le mie scelte. Ho fatto un percorso abbastanza lineare, passando dal Consultorio (in città ce n’è uno almeno in ogni quartiere), si procede prendendo appuntamento e basta una semplice chiamata. Presso il Consultorio, oltre alla visita medica, viene compilato un modulo con l’infermiera di turno che in nessun modo mi ha messa a disagio o mi ha fatta sentire un peso, anzi, ha più volte ribadito il fatto che qualora ne avessi o ne aveste bisogno ci sono psicologi a supporto ed è tutto totalmente gratuito. Il medico del consultorio con il modulo compilato insieme all’infermiera, vi rilascia il certificato di interruzione volontaria di gravidanza da consegnare all’Ospedale dove deciderete di recarvi. Al momento in ospedale si va senza appuntamento e secondo degli orari stabiliti, di solito la mattina, e dopo aver parlato con l’infermiera e dopo l’ecografia con la ginecologa si fissano gli appuntamenti per l’ivg: in base alle tempistiche si può scegliere se procedere con quella farmacologica (quindi con la Ru-486) oppure quella chirurgica, e per la prima ci sono dei limiti di tempo, ovvero si può procedere entro la 7 settimana. Io, rientrando nei tempi, sono potuta andare avanti con il trattamento farmacologico che prevede in situazione di day Hospital, l’assunzione della prima pillola di mifepristone e dopo 48/72h l’assunzione delle due pillole di misoprostolo (che indurranno l’aborto). Ho raccontato brevemente la mia esperienza, questo perché credo che ognuna di noi viva questi momenti in maniera molto soggettiva e purtroppo non è detto che possa trovare la stessa tranquillità che ho trovato io. Ognuna di noi, che si trovi a dover interrompere una gravidanza indesiderata, proverà dolore, fisico e psicologico, e sono fermamente convinta che non dovrebbe trovarsi nella situazione di vivere queste esperienza da sola. Ho letto molte opinioni online tra i vari forum, ma credo che io stessa, anche avendo avuto il supporto e l’appoggio di persone che mi vogliono bene, avrei voluto leggere o ascoltare la storia di qualcuno che ha vissuto tutto questo durante una pandemia . Per cui come ho già ribadito, ho lasciato alle ragazze di Mujeres Libres i miei contatti, e se avete delle domande o dei dubbi non medici, in quanto per quello è disponibile il servizio sanitario nazionale, ma se volete anche soltanto un punto di ascolto sono assolutamente a disposizione. Purtroppo per anni, persone/organizzazioni hanno sentenziato su un diritto fondamentale ed inalienabile, e nel periodo storico che stiamo vivendo per alcune di noi è divenuto anche inaccessibile: io sono la voce positiva fuori dal coro che non solo vi ricorda quanto questa sia una scelta libera esclusivamente di voi stesse, ma anche che, potete usufruire di quello che è un vostro diritto senza sentirvi giudicate o inadeguate. Non siete sole.

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collettivo di donne per le donne
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